“Ecco la valle della sciagura: fango, silenzio, solitudine e capire subito che tutto ciò è definitivo; più niente da fare o da dire. Cinque paesi, migliaia di persone, ieri c’erano, oggi sono terra e nessuno ha colpa. Nessuno poteva prevedere. In tempi atomici si potrebbe dire che questa è una sciagura pulita, gli uomini non c’hanno messo le mani: tutto è stato fatto dalla natura che non è buona, e non è cattiva, ma indifferente. E ci vogliono queste sciagure per capirlo! Non uno di noi moscerini vivo, se davvero la natura si decidesse a muoverci guerra”
Marco Paolini
Lo spettacolo
«I terremoti non sono ancora prevedibili, le alluvioni lo sono di più, così come la siccità. Il territorio italiano è antropicamente denso come un formicaio operoso e insaziabile. Mangiamo terra, consumiamo suolo e buona parte di quel suolo è a rischio idrogeologico. A ogni catastrofe sentiamo ripetere parole che non servono a impedirne altre. Noi non siamo scienziati, né ingegneri, né giudici. Ma sappiamo che il racconto attiva l’algoritmo più potente della nostra specie: i sentimenti, le emozioni. Leve che lasciano segni durevoli, leve che avvicinano chi è lontano. Sono la colla di un corpo sociale e ora ci servono per affrontare quel che ci aspetta. Non è difficile immaginare che ci saranno altre emergenze. E allora accanto alla Protezione Civile, ci serve una Prevenzione Civile. Un evento corale può dare sentimento al coraggio di affrontare la sfida delle conseguenze del riscaldamento climatico. Può dare sentimento alla ragione e alla saggezza di scegliere gli interventi da fare in base a un principio di tutela della vita, della salute, del bene comune, di riduzione del rischio» – Marco Paolini.
Il progetto
Alle 22.39 del 9 ottobre 1963 un’enorme frana si staccò dal Monte Toc: morirono 1.910 persone. A sessant’anni di distanza Marco Paolini chiama a raccolta l’intera Nazione con VajontS 23. Il 9 ottobre 2023 alle 22.39 il ricordo di un momento tragico della storia italiana è diventato racconto corale. Chorós teatro ha risposto alla chiamata, unendosi a oltre 600 messe in scena contemporanee in Italia e nel mondo. Non come un esercizio di memoria ma come monito del tempo presente, monito a non subire il destino di vittime, a scegliere di non affrontare la crisi climatica in solitudine, a ribellarsi al negazionismo, all’opportunismo dei piccoli passi.
CREDITI
un progetto di Marco Paolini per La Fabbrica del Mondo
realizzato da Jolefilm
in collaborazione con Fondazione Vajont
testo di Marco Paolini
con Gaia Barili, Nicholas De Alcubierre, Leonardo Larini, Flavia Marchionni, Alessandro Pozza
e con la partecipazione di Renato Sarti del Teatro della Cooperativa
accompagnamento musicale Lullelulle
adattamento e regia Luca Bellé
scene Giada Fossà e Ilaria Bonzini
una produzione Chorós teatro
realizzata con il contributo di Fondazione di Comunità Milano
si ringrazia La Scighera