“Non appena qualcuno si mette a piangere, un altro, chi sa dove, smette. E così per il riso. Non diciamo troppo male, perciò della nostra epoca; non è più disgraziata delle precedenti. Ma non diciamone neanche troppo bene. Non parliamone affatto.”
Aspettando Godot – S. Beckett
Sei contento del mestiere che fai?
Era quello che sognavi da bambino o bambina?
C’è qualcosa che desideri fare, ma non puoi fare quando lavori? Cosa stai aspettando dalla vita?
Dall’autunno 2021, per alcuni mesi, abbiamo raccolto interviste per il nostro quartiere Dergano a Milano, ponendo queste quattro domande. Questo lavoro è l’esito di alcune riflessioni nate dalle risposte che abbiamo raccolto per strada e nei bar.
Ciò che abbiamo vissuto durante la pandemia è stata una continua espressione di pause e di blocchi allo scorrere della vita come la conoscevamo. Queste pause, non sempre sono andate a braccetto con il nostro lavoro. Lo è stato più per alcune categorie, meno per altre. Ora possiamo dire che, il lavoro è tornato ad essere la nostra quotidianità, magari portandosi dietro resti di difficoltà vissute, forse con ancor più pienezza. Tuttavia il nuovo ritmo è forse troppo veloce, ingiustificato, ci trascina in una società caratterizzata – ancor più di prima – dal non avere più voglia di fermarsi. Dove ci porta questa spinta, nell’equilibrio tra il fare e il fermarsi? Tra ciò che stanno vivendo Estragone e Vladimiro, e ciò che stiamo vivendo in questa epoca?
CREDITI
testo tratto da Aspettando Godot di S. Beckett
con Giulia Castillo, Fabio De Boni, Giada Fossà, Flavia Marchionni, Alessandro Pozza, Martino Rossi, David Saltuari, Giacomo Saltuari
drammaturgia e regia Luca Bellé e Giada Fossà
organizzazione e comunicazione Marta De Amicis
una produzione Chorós teatro
Realizzata con il patrocinio del Municipio 9 – Comune di Milano
Si ringraziano La Scighera e Nuovo Armenia